SABATO 5 FEBBRAIO 2011
via Castiglione n.37 (di fronte alla Chiesa)
Di cosa parliamo
Scopo di questo incontro è presentare in modo generale il movimento di Transizione. A grandi linee queste sono le cose di cui parliamo:
- Lo scenario attuale: Riscaldamento Globale + Picco del Petrolio
- Gli scenari futuri: impossibile fare finta di niente
- eventuale pausa (quando il tempo lo consente)
- La proposta del movimento di Transizione
- La resilienza e come ottenerla
- I 7 “ma”
- Come si comincia la Transizione: i 12 passi
- La Transizione dalla A alla C
- Domande, dubbi, idee, entusiasmi e… qualche risposta
Transition Talk condotta da Cristiano Bottone
Le “città” di Transizione
Cosa sono le città (villaggi, foreste, isole) di Transizione?
Tutto comincia con un piccolo gruppo di persone motivate appartenenti alla stessa comunità che si riuniscono per condividere la stessa preoccupazione: come può la nostra comunità rispondere ai rischi e alle opportunità che ci si presentano a causa del Picco del Petrolio e del Cambiamento Climatico?
Così cominciano formando un Gruppo Iniziale o Gruppo Guida e adottando il modello filosofico e operativo della Transizione (che trovate spiegato qui in modo esteso, e qui e qui in sintesi) con l’intenzione di coinvolgere un numero significante di persone all’interno della comunità e far nascere una Iniziativa di Transizione.
Una Iniziativa di Transizione è una comunità (come queste in Italia e queste nel resto del mondo) che lavora tutta insieme guardando il Picco del Petrolio e il Cambiamento Climatico dritti negli occhi cercando una risposta alla domanda:
Come possiamo aumentare la nostra resilienza (per mitigare le conseguenze del Picco del Petrolio) e ridurre drasticamente le nostre emissioni di CO2 (per mitigare gli effetti del Riscaldamento Globale) in tutti gli aspetti della vita e delle attività di questa comunità?
Per arrivare alla risposta mette in atto un processo informativo e creativo di:
- diffusione delle informazioni in merito al Picco del Petrolio al Cambiamento climatico e alla necessità di intraprendere azioni promosse dalla comunità per aumentare la resilienza e ridurre le emissioni ci CO2
- collegamento con le realtà esistenti già attive nella comunità
- creazione di relazioni con l’amministrazione locale
- collegamento con le altre Iniziative di Transizione
- formazione di gruppi che si occupino di tutte le tematiche fondamentali per la vita della comunità (alimentazione, energia, trasporti, salute, aspetti psicologici, economia e sostentamento, ecc.)
- realizzare progetti mirati a far comprendere a tutti l’importanza del coinvolgimento della comunità nei processi di costruzione della resilienza e diella riduzione delle emissioni di CO2
- arrivare alla definizione un Piano di Decrescita Energetica progettato definito e messo in pratica dalla comunità in una scala temporale di 15/20 anni
Il tutto si concretizza nella produzione di un vasto numero di progetti coordinati che abbracciano tutte le aree e gli ambiti della vita della comunità.
All’interno di una comunità in Transizione vengono riconosciuti due punti cruciali:
- Abbiamo usato un’immensa quantità di creatività, ingenuità e adattabilità durante il percorso di crescita energetica che la nostra civiltà ha compiuto fino ad oggi grazie alle fonti di energia fossili e non c’è ragione per non fare lo stesso anche nel percorso di decrescita che dobbiamo fronteggiare.
- Se agiamo subito, in modo collettivo, è molto probabile riuscire a creare un nuovo e piacevole modo di vivere con maggiori relazioni tra le persone e maggiore integrazione con l’ambiente rispetto all’attuale frenetico sistema dipendente dal petrolio.